5/11/2015 Inaugurato il “Centro Pastorale Ortodosso Romeno di Puglia e Basilicata – S.S. Trinità e San Nicola”

Il Palazzo Cammarano e il suo teatro nella Bari dell’800

Con l’Unità d’Italia l’edilizia pubblica e privata di Bari proseguirono  con maggiore vigore dopo la nascita del quartiere murattiano (1813). I lavori del palazzo dell’Ateneo del napoletano Giovanni Castelli iniziarono nel 1868. In piazza Garibaldi, su di un suolo di m. 33,46 e profondo m. 78.31 era in completamento (1872) il grande palazzo dell’avv. Francesco Saverio Cammarano (1823-1887, Bari), attribuito all’arch. barese Francesco Lofoco.

L’edificio privato consisteva  in due sotterranei, sei locali a piano terra, cinque vani ammezzati e venticinque al primo piano. Di origine napoletana, il padre Antonio si era distinto fra  gli imprenditori baresi più attivi della prima metà dell’800. Falegname ed ebanista, commerciante di legname e mobili, impresario teatrale. Francesco Saverio, laureatosi in Legge e Napoli, fu giudice in Terra di Bari ed assessore alla Polizia Urbana del Comune di Bari. Nel 1851 aveva sposato Anna Felicia dell’Aquila, famiglia benestante di Laterza. Con la sua dote contribuì alla costruzione del palazzo.

La facciata originale dell’edificio si estendeva su due livelli, piano terra e primo piano. I finestroni  del primo piano, sormontati da timpani. I balconi arricchiti da ringhiere in ferro battuto. La zoccolatura in pietra, sovrastata prima da fasce di bugnato in pietra e poi di intonaco.

Il completamento del secondo piano a carico dell’avv. Antonio dell’Aquila iniziò nel 1893. Era nipote della vedova  Cammarano, deceduta senza figli.

La ridefinizione del prospetto dell’ing. Francesco De Sario è del 1914. Elegante il disegno e raffinato il risultato.  Accentuato lo stile neoclassico al piano terra con l’aggiunta di due grosse colonne all’ingresso principale. Ma è al primo e secondo piano che si sprigiona la maestria del De Sario. Eliminate le ghiere di metallo, i balconi si arricchiscono di pilastrini laterali e colonnine.

I lati della facciata risultano scanditi simmetricamente sui due piani da quattro lesene scanalate, sormontate da ricchi capitelli. Al centro altre due doppie lesene. Lo stile è dell’Ordine Gigante, usato dal Michelangelo nel Palazzo dei Senatori a Roma. Corona  in alto un cornicione aggettante su fascia a triglifi e metope. Le finestre al primo piano sono con timpani. Quelle del secondo con trabeazioni lineari.

Con la rivisitazione neorinascimentale il palazzo Cammarano – dell’Aquila si è meritato da parte del Ministero dei Beni Culturali (D.M. 4/7/1977) la dichiarazione “… interessante architettura civile ottocentesca di Bari della fascia murattiana … con maestosa facciata riccamente decorata e caratteristica scalinata”.

Il Teatro Cammarano. Il successo del teatro Piccinni, inaugurato nel 1854, dovette essere di stimolo all’idea di realizzarne uno privato nello stesso edificio dei  Cammarano, per rappresentazioni di prosa e musica ad un pubblico meno “aristocratico”. Il secondo teatro di Bari ebbe l’avvio nel 1869, utilizzando parte dell’arredo dismesso per l’ampliamento del palcoscenico del Piccinni (sedie in ferro a quattro posti con cuscini e spalliere in pelle).

In piazza Garibaldi al n° civico 60 c’era l’ingresso -uscita del pubblico, al 58 l’ingresso biglietteria. Il teatro di circa 250 posti, oltre la platea, si sviluppava con due file di palchi, loggione, palcoscenico, sette camerini, un piano scantinato ed un ingresso secondario da via Abate Gimma.

Per quasi vent’anni si susseguirono rappresentazioni di prosa, musica e rivista da parte di artisti e compagnie in prevalenza napoletane. Con la morte nel 1887 di Francesco Saverio, il teatro si avviò a rapido declino. Nel 1890 gli arredi andarono venduti al teatro comunale di Massafra. I locali risistemati ad uso magazzini.

Il vuoto creatosi e l’insufficienza del Piccinni per l’accresciuta popolazione barese spinsero subito un altro imprenditore barese, Antonio Petruzzelli, alla costruzione dell’omonimo Politeama. Il progetto dell’ing. Angelo Cicciomessere (poi Messene) fu approvato il 29/12/1894. L’inaugurazione il 14/2/1903.

Il nuovo Centro Pastorale Ortodosso Romeno. Un inatteso riutilizzo sociale dell’ex teatro Cammarano  parte  con l’inaugurazione del  5 novembre 2015, presenti  Mons. Siluan, Vescovo della Diocesi Ortodosso Romena d’Italia, Mons. Cacucci, Arcivescovo di Bari e Bitonto, e Autorità Civili e Militari di Bari. Il grande locale al n° 60 di piazza Garibaldi torna a rivivere dopo più di un secolo, divenendo un importante luogo di riferimento, incontro e aggregazione per la Comunità Ortodossa Romena, di molto accresciutasi negli ultimi anni in Bari e provincia.

Nel nuovo Centro Pastorale Padre Mihai Driga continuerà a curare le attività spirituali, pastorali e culturali della Parrocchia Ortodossa Romena  SS. Trinità e S. Nicola.

I rapporti giuridici, spirituali e pastorali dipendono dal Patriarcato della Romania, tramite la Metropolia Ortodossa Romena dell’Europa Occidentale e Meridionale, guidata da Sua Eminenza, il Metropolita Iosif.  La Diocesi Ortodossa Romena in Roma è diretta da Sua eccellenza Mons.  Siluan.

Giovanni Bellomo

da “Il palazzo Cammarano –dell’Aquila e il suo teatro”, Carlo dell’Aquila, Puglia Grafica Sud, Bari 2015

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