08/03/2013 Una giornata emozionante

“Pruncu” solo di nome….uomo di fatto…

Alcuni giorni fa ho ricevuto una e-mail in cui c’era scritto: “Il giorno 8 marzo alle ore 11.00 presso il Politecnico di Bari sosterrò la mia tesi di Dottorato e mi farebbe piacere se fosse presente.”
Ad essere sincero ero pressato dagli impegni, infatti dovevo andare a Trani, ma come un flash back sono tornato alla mia seduta di dottorato del lontano 1987 e non potendo negare il mio sostegno a questo ragazzo mi sono riorganizzato la giornata per poter essere presente a questo evento.
Arrivato in mattinata a Bari, dopo aver parcheggiato, chiedo ad un giovane che camminava ricurvo sotto uno zaino, senz’altro pieno di libri, dove si trovasse la Facoltà d’Ingegneria. Con un sorriso bonario mi invita a seguirlo visto che anche lui andava in quella direzione.
Vedendomi con i capelli bianchi mi fa una domanda: “cosa fate al Politecnico?” Andando di fretta e non volendomi dilungare in discorsi gli risposi che andavo a seguire delle sedute di dottorato; alche mi chiese chi fosse il dottorando ed io secco gli risposi solo Catalin Pruncu.
Con un grande sorriso il giovane annuisce dicendo: “lo conosco, bravo ragazzo, abbiamo lavorato insieme nello stesso gruppo di ricerca; peccato che una volta finito il dottorato ritorni all’estero”
Di colpo sentendo questi elogi mi sono sentito fiero del giovane dottorando sempre molto disponibile e pacato quando veniva in chiesa. Durante le votazioni, nonostante l’esiguo tempo libero che avesse a disposizione, si rese disponibile a dare una mano donando il suo tempo agli altri.
Giunto nell’aula mi vede e rispettoso si alza e mi presenta i professori ed i compagni di “sofferenza” erano ben 4 le tesi da presentare; un po’ preoccupato mi chiede se avessi tempo di fermarmi visto che lui era il secondo del gruppo, alche lo rassicurai che mi ero riorganizzato la giornata per partecipare a questo evento talmente importante per lui. Sottovoce mi confida che lui la tesi la presenterà in inglese ed io spontaneamente gli ho risposto. “bravissimo, c’è solo un problema, alla fine mi devi fare un sunto che io d’inglese non capisco nulla!.
Finalmente arriva il suo turno, porge il documento d’identità, si presenta alla commissione dicendo che presenterà la sua tesi in inglese; i professori, dopo uno scambio di sguardi, quasi all’unisono acconsentono.
Incuriositi dalla sua provenienza i professori alzarono gli occhi dalla tesi ansiosi di sentirne la presentazione; Catalin, in un inglese fluente, presenta il suo progetto proiettato sul muro da una lavagna luminosa.
Alla prima domanda, in inglese, del presidente di commissione arriva immediatamente la risposta di Catalin sempre in inglese, risposta che poi venne rafforzata da una spiegazione in italiano visto che uno dei professori non aveva ben capito la risposta, finalmente dopo la spiegazione con un cenno il professore approva la risposta.
Tutto è andato benissimo, felicitazioni dalla commissione e dai compagni.
Mi spiega che lavorerà in Inghilterra purtroppo aveva tentato di rimanere nella sua patria ma le porte della sua Università erano chiuse; gli spiego che non c’è da soffrirne perché queste sue esperienze all’estero lo rafforzeranno e lo prepareranno per un futuro , ancor più proficuo, ritorno in patria.
Mi abbraccia e mi ringrazia della presenza e del sostegno visto che, purtroppo, i suoi genitori non potevano venire e la sua ragazza aveva incominciato anche lei lavorare e che quindi era venuto da solo e tra due giorni sarebbe ritornato iniziando la settimana da lunedì a tutto gas

Che emozione! In un attimo ho pensato ai nostri giovani che mettono a disposizione del mondo la loro preparazione, il loro spirito, la loro cultura, diventando apostoli e ambasciatori della nostra nazione nel mondo. Presentare la tesi di dottorato in inglese in un Politecnico italiano non ha prezzo, lui volava alto ma io ancora di più. Auguri caro Catalin, San Nicola ti sarà sempre accanto per guidarti verso la giusta via che è Cristo.
Viva la Romania!